Si è da poco concluso il convegno a Nola. Bellissima (segretario nazionale): «ripartire da una rivoluzione culturale».
Come mantenere un buon livello di welfare senza far esplodere la spesa pubblica? In che modo le moderne tecnologie possono essere utilizzate per garantire ai cittadini i diritti sociali previsti dalla Costituzione? Insomma, quali scenari per il futuro dello Stato Sociale? Per rispondere a queste e ad altre domande, si è da poco concluso, presso l’Hotel dei Platani di Nola, il convegno “Storia e coscienza del sindacato: il futuro dello Stato Sociale”, organizzato dalla UIL Pensionati della Campania.
All’introduzione ai lavori, affidata al segretario generale UILP Campania Biagio Ciccone, hanno fatto seguito gli interventi del segretario generale della UILP nazionale Romano Bellissima, del direttore del centro studi Eleatiche professor Nunziante Mastrolia, dell’esperto di ingegneria dell’automazione Saverio Di Domenico e del segretario generale Feneal-UIL Vito Panzarella, moderati dal giornalista Michele Giustiniano.
Il convegno è stato occasione per presentare al pubblico l’avvio di un progetto di ricerca, fortemente voluto dalla UILP Campania, affidato ad una équipe di studiosi coordinata dal professor Mastrolia, che avrà il compito di comprendere quali concrete soluzioni il progresso tecnologico può mettere al servizio dei cittadini, per garantire a tutti il pieno ed effettivo esercizio dei diritti sociali sanciti dalla Costituzione.
«Senza tradire le nostre radici – ha commentato il segretario regionale della UILP Campania Biagio Ciccone – dobbiamo utilizzare al meglio gli strumenti che la tecnologia mette oggi a nostra disposizione, per far nascere nuove opportunità. Senza venir meno alle giuste rivendicazioni di categoria, il sindacato deve essere protagonista con proposte al passo coi tempi, che sappiano coniugare le ragioni della missione sindacale con i meriti e i bisogni».
«La crisi che viviamo – ha concluso il segretario nazionale UILP Romano Bellissima – è prima di tutto una crisi culturale. Abbiamo dunque bisogno di una riforma che sia prima di tutto rivoluzione culturale, che riporti al centro di tutto una cultura della solidarietà. Il progetto presentato oggi va in questa direzione».
Crescita Sostenibile, responsabilità di oggi.
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