La saggezza dei nonni è un bene prezioso per indirizzare i giovani

Biagio Ciccone, segretario generale della Uil Pensionati Campania, riprendendo il pensiero di Plutarco rimarca il valore dell’esperienza di vita delle persone anziane


Sono un pilastro della famiglia a livello sociale, e spesso anche economico, grazie all’esperienza maturata nella vita. La festa dei nonni, che si celebra ogni anno il 2 ottobre ed è stata istituita dal Parlamento italiano con una legge del 31 luglio 2005, è un’occasione per ricordare come gli anziani, in ogni epoca, abbiano accompagnato la crescita delle nuove generazioni.

Biagio Ciccone, segretario generale della Uil Pensionati Campania, evidenzia il valore educativo della memoria storica e dell’esperienza di vita delle persone anziane.

Qual è il valore della popolazione anziana nella nostra società?

Credo che l’anziano si confermi un valore aggiunto per l’equilibrio familiare e sociale, anche in un’epoca come la nostra che, a differenza del passato, sembra attribuire alla vecchiaia, in molti casi, qualità essenzialmente negative. In una società in cui tutto è accelerato e tutti si muovono in maniera convulsa, gli anziani, al pari dei bambini, ci ricordano il piacere dei gesti lenti: sono quelli che più di altri ci consentono di cogliere la bellezza che ancora il mondo ci riserva e si nasconde nelle piccole cose di ogni giorno. Gli anziani come i bambini, dicevo. L’alba e il crepuscolo della vita: due estremi che si toccano e che si comprendono. Una sorta di staffetta esistenziale in cui chi ha vissuto gran parte della vita sente la pressante esigenza di affidare un lascito di memoria e saggezza a chi si sta in questo momento affacciando alla vita. Gli anziani e i pensionati, con frequenza crescente, costituiscono un pilastro nel welfare familiare. I “silver” che lasciano il mondo del lavoro, sempre più spesso sostituiscono le proprie responsabilità professionali alla cura dei nipoti o dei propri genitori, spesso non autosufficienti.

Un sindacalista come Lei dimostra di credere nell’impegno civile e di sapersi battere per quello in cui crede. Ma una mela non cade mai lontano dall’albero. Qual è stato il suo modello di riferimento?

Mio nonno, naturalmente. Quando ero piccolo mi raccontava di come avesse rinunciato a indossare la divisa dei Carabinieri quando, esattamente cento anni fa, non condivise la scelta di re Vittorio Emanuele III di non firmare lo stato di assedio, decretando di fatto l’avvento del Fascismo. Una scelta coraggiosa, che gli creò non pochi problemi nella sua vita ma che, credo, gli abbia consentito di vivere da uomo libero. Di tutti gli eventi che mi narrava, con un’intensità tale che può provare solo chi li rivive ogni volta con emozione sempre nuova, ricordo in particolare il racconto dei falò di libri organizzati dai Fascisti: un fatto storico inconfutabile e di grande impatto perché, metaforicamente, significava ridurre in cenere la Cultura e, quindi, la Libertà. Da adulto ho spesso ripensato alle sue parole, rileggendole con una diversa consapevolezza. Oggi lo ringrazio per aver instillato in me, sin da piccolo, il senso del sacrificio che deve affrontare chi sceglie di seguire le proprie convinzioni: è stato il suo più grande insegnamento. Da nonno, spero di riuscire a fare lo stesso con la mia nipotina.

Qual è il più grande vantaggio degli anziani e come, nel concreto, possono aiutare i giovani a trovare la loro strada?

La vecchiaia smorza invidia, gelosie e ribellioni. Si raggiunge un punto di equilibrio che dona la giusta lucidità per valutare gli eventi e le circostanze e tuttavia, come scrive Plutarco, in uno dei suoi saggi meno conosciuti tra i Moralia, “non arriva ad annullare la volontà di operare, ma piuttosto ci tiene lontano dalle passioni sfrenate e incontrollabili: in tal modo la nostra mente resterà lucida e ferma nei riguardi dei veri problemi”. Questo è il punto di forza su cui devono far leva gli anziani per indirizzare i giovani verso una nuova strada che va percorsa con strumenti moderni, consapevolezze antiche ma non vecchie, senza le quali ogni ricerca è destinata a fallire perché non supportata da basi solide. Il tempo e l’impegno di tutti e di ciascuno possono aiutare i giovani ad incamminarsi con fiducia verso il futuro.

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