«In Italia, tutto sommato, non ce la passiamo male. Godiamo di un Sistema sanitario nazionale che offre copertura universale, gli indicatori di qualità dell’assistenza sono in gran parte superiori alla media e, se raffrontati al contesto globale, abbiamo buone prospettive di vivere a lungo. Ma al contempo ci si pongono urgenti questioni di sostenibilità, a fronte di una popolazione che invecchia e dell’aumento delle malattie croniche, condizioni che hanno un impatto importante sul piano umano, sociale ed economico – spiega Elena Dogliotti, biologa nutrizionista della Fondazione Umberto Veronesi -. Abbiamo un’aspettativa di vita fra le più alte al mondo (circa 83 anni, la quarta più alta fra i Paesi Ocse), però se si va a considerare quanti di questi anni saranno vissuti in buona salute e senza disabilità in età avanzata, allora gli italiani scendono ai gradini più bassi della classifica. Mediamente, a 65 anni, 7 anni in salute per le donne e 8 anni per gli uomini. L’Organizzazione Mondiale della Sanità asserisce che circa l’80% delle patologie cardiovascolari e del diabete, e almeno il 40% dei tumori, possono essere prevenuti cambiando in meglio gli stili di vita: stop a fumo e alcol, essere fisicamente attivi e adottare buone abitudini alimentari».